Agevolazione Impatriati anche in caso di smart working

di Michele Aquilino
agevolazione impatriati

L’Agenzia delle Entrate si pronuncia nuovamente sul tema dell’agevolazione per gli impatriati. Chiarimenti su un tema di grande attualità: lo smart working.

L’agevolazione fiscale per i lavoratori impatriati – c.d. Rientro dei Cervelli – è certamente uno fra i principali temi fiscali degli ultimi anni. Si tratta di un’agevolazione di enorme portata. Basti pensare infatti che la base imponibile IRPEF gode di un abbattimento fra il 50% e il 90% per un periodo che può andare dai 5 ai 10 anni.

Questo ingente risparmio fiscale è riservato – sui soli redditi di lavoro dipendente e di lavoro autonomo – a coloro che stabiliscono la propria residenza in Italia dopo essere stati fiscalmente residenti in uno Stato estero per almeno due periodi di imposta.

Per approfondimenti sui requisiti di questa agevolazione: Rientro dei Cervelli: agevolazioni fiscali fino al 90%

Agevolazione impatriati: il caso della risposta ad interpello n. 596/2021

L’Agenzia delle Entrate è tornata a chiarire i confini dell’agevolazione impatriati in una recente risposta ad interpello (n. 596 del 16 settembre 2021). Riportiamo dunque le caratteristiche del caso affrontato nell’interpello in esame:

L’istante, cittadino italiano, trasferitosi all’estero nell’anno 2013 ed iscritto dal 2019 all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE) dichiara che:

  • dal 30 giugno 2014 al 31 gennaio 2016 ha lavorato alle dipendenze della società ALFA;
  • nel 2014 veniva raggiunto all’estero dal coniuge;
  • dal 1° febbraio 2016 lavora alle dipendenze di BETA;
  • nell’anno 2017 è nata la figlia;
  • dal 1° maggio 2021 intende trasferirsi in Italia con il nucleo familiare per continuare a svolgere l’attività lavorativa alle dipendenze dell’azienda statunitense BETA in modalità smart working.

In particolare, con documentazione integrativa presentata su richiesta della Scrivente, l’Istante ha precisato, tra l’altro, che il 23 febbraio 2021 il datore di lavoro estero gli ha accordato di lavorare “a distanza dall’Italia come dipendente” per un periodo di almeno due anni.

Leggi di più: Rientro dei Cervelli 2021: le novità nella Legge di Bilancio

La risposta dell’Agenzia: sì all’agevolazione anche in caso di smart working

L’Agenzia delle Entrate ha dunque richiamato le condizioni richieste per fruire dell’agevolazione. Secondo le norme vigenti, infatti, è necessario che il lavoratore:

  • trasferisca la residenza nel territorio dello Stato ai sensi dell’articolo 2 del TUIR;
  • non sia stato residente in Italia nei due periodi d’imposta antecedenti al trasferimento e si impegni a risiedere in Italia per almeno 2 anni;
  • svolga l’attività lavorativa prevalentemente nel territorio italiano.

Tutti requisiti evidentemente soddisfatti nel caso in esame. L’Agenzia ha correttamente sottolineato, inoltre, come la norma istitutiva dell’agevolazione impatriati (art. 16 d. lgs. 14 settembre 2015, n. 147, così come modificato dall’articolo 5, comma 1, del decreto legge n. 34 del 2019 e successive modificazioni e integrazioni) “non richiede che l’attività sia svolta per un’impresa operante sul territorio dello Stato“.

In virtù di ciò, “possono accedere all’agevolazione i soggetti che vengono a svolgere in Italia attività di lavoro alle dipendenze di un datore di lavoro con sede all’estero, o i cui committenti (in caso di lavoro autonomo o di impresa) siano stranieri (non residenti)“. Pertanto, anche lo smart working consente di accedere all’agevolazione per gli impatriati.

Leggi di più: Estensione Bonus Impatriati: modalità e codici tributo

agevolazione impatriati

Come richiedere l’agevolazione per gli impatriati

Vediamo nella pratica cosa bisogna fare per vedersi riconosciuto questo beneficio.

Reddito di lavoro dipendente

I titolari di reddito di lavoro dipendente devono presentare una richiesta scritta al datore di lavoro, contenente:

  • le generalità (nome, cognome e data di nascita);
  • il codice fiscale;
  • la data di rientro in Italia e della prima assunzione in Italia (in caso di assunzioni successive o più rapporti di lavoro dipendente);
  • la dichiarazione di possedere i requisiti previsti dal regime agevolativo;
  • l’attuale residenza in Italia;
  • l’impegno a comunicare tempestivamente ogni variazione della residenza prima del decorso del periodo minimo previsto dalla norma;
  • la dichiarazione di non beneficiare contemporaneamente anche degli incentivi fiscali previsti dall’articolo 44 del Dl n. 78/2010 (“regime agevolato per docenti e ricercatori rientrati in Italia”), dalla legge n. 238/2010 (“incentivi fiscali per il rientro dei lavoratori in Italia”) e dall’articolo 24-bis del Tuir (“regime opzionale per i neo residenti”).

Il datore di lavoro applica il beneficio dal periodo di paga successivo alla richiesta; se il datore di lavoro non ha potuto riconoscere l’agevolazione, il contribuente può fruirne direttamente nella dichiarazione dei redditi.

Reddito di lavoro autonomo

I titolari di reddito di lavoro autonomo possono accedere al regime agevolato direttamente nella dichiarazione dei redditi. In alternativa, possono fruire del beneficio in sede di applicazione, da parte del committente, della ritenuta d’acconto sui compensi percepiti; a tal fine, devono presentare una richiesta scritta in cui vanno riportati:

  • le generalità (nome, cognome e data di nascita);
  • il codice fiscale;
  • la data di rientro in Italia;
  • la dichiarazione di possedere i requisiti per fruire del regime agevolativo;
  • l’attuale residenza in Italia, la dichiarazione di non beneficiare contemporaneamente anche degli incentivi fiscali previsti dall’articolo 44 del Dl n. 78/2010 (“regime agevolato per docenti e ricercatori rientrati in Italia”), dalla legge n. 238/2010 (“incentivi fiscali per il rientro dei lavoratori in Italia”) e dall’articolo 24-bis del Tuir (“regime opzionale per i neo residenti”).

Il committente, all’atto del pagamento del corrispettivo, opera la ritenuta del 20% sull’imponibile ridotto in base a quanto previsto dalla disciplina agevolativa.

Leggi di più: Lavoratori Impatriati: nuovi limiti dall’Agenzia Entrate

Articoli Correlati