Fra gli annunci delle ultime settimane, si è parlato tanto anche di una riduzione delle bollette nel Decreto Rilancio. Ma, a conti fatti, cosa c’è di vero? Il Decreto autorizza ARERA ad intervenire su alcune voci nella bolletta dell’energia elettrica. Vediamo quali sono e soprattutto chi ne avrà realmente diritto
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il Decreto Rilancio ha finalmente visto la luce (scarica qui il PDF del Decreto). Sono trascorsi 6 lunghi giorni dall’annuncio tv del 13 maggio alla pubblicazione del testo definitivo in data 19 maggio. Un testo complesso, molto articolato, che tocca alcune decine di temi molto diversi tra loro. Tra le misure più annunciate ed attese nelle ultime settimane, figura senza dubbio la riduzione delle bollette nel Decreto Rilancio. Hanno destato scandalo, in queste settimane più che mai, i pagamenti di alcune voci della bolletta dell’energia elettrica, che di fatto spesso hanno determinato un dispendio per oneri e imposte superiore all’effettivo consumo di energia.
Il Decreto Rilancio introduce delle novità in tal senso all’articolo 30, intitolato appunto “Riduzione degli oneri delle bollette elettriche“. In particolare, il Governo autorizza ARERA a rivedere al ribasso alcune voci di costo diverse dal reale consumo di energia. Vediamo quali sono, ma soprattutto: l’agevolazione spetterà a tutti?
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Che cos’è ARERA?
Facciamo prima un passo indietro. Chi o cosa è ARERA? E come mai questo ente ha voce in capitolo sulla riduzione delle bollette?
ARERA è l’acronimo di Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente. Sul sito dell’Autorità poi si legge quanto segue:
L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) svolge attività di regolazione e controllo nei settori dell’energia elettrica, del gas naturale, dei servizi idrici, del ciclo dei rifiuti e del telecalore.
Istituita con la legge n. 481 del 1995, è un’autorità amministrativa indipendente che opera per garantire la promozione della concorrenza e dell’efficienza nei servizi di pubblica utilità e tutelare gli interessi di utenti e consumatori. […]
ARERA esercita attività consultiva e di segnalazione al Governo e al Parlamento nelle materie di propria competenza, anche ai fini della definizione, del recepimento e della attuazione della normativa comunitaria.
Le risorse per il suo funzionamento non provengono dal bilancio dello Stato ma da un contributo sui ricavi degli operatori regolati.
Fonte: arera.it
ARERA dunque gioca un ruolo fondamentale nell’erogazione dei servizi legati all’approvvigionamento di risorse come energia elettrica, gas e acqua. Si occupa di garantire il funzionamento efficiente dei relativi servizi e di fatto monitora anche la composizione delle relative bollette. Ecco perché il Decreto Rilancio la chiama in causa. Vedremo adesso come.
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Riduzione bollette nel Decreto Rilancio: a chi spetta veramente?
Cosa prevede concretamente l’articolo 30 del Decreto Rilancio in tema di bollette? Il Governo, attraverso questa norma, autorizza proprio ARERA ad emanare un provvedimento mirato alla riduzione di due voci – ormai celebri – presenti nella bolletta dell’energia elettrica:
- trasporto e gestione del contatore;
- oneri generali di sistema.
Dobbiamo dunque aspettarci una riduzione già dalle prossime bollette dell’energia elettrica? Pare proprio di sì, dal momento che il decreto fa riferimento alle tariffe da applicare tra il 1° maggio e il 31 luglio 2020. Un beneficio dunque che si estende su un periodo di 3 mesi. La riduzione di questi oneri spetterà a tutti? Non è proprio così, infatti la norma prevede che il beneficio riguarderà solamente le utenze elettriche:
- connesse in bassa tensione;
- diverse dagli usi domestici.
L’agevolazione dunque coinvolgerà solamente le attività produttive, i commercianti, gli artigiani, le attività professionali. Nessuna riduzione per le bollette legate alle utenze che abbiamo in casa. Nessun beneficio anche per quanto riguarda le altre utenze, come acqua e gas.
Il beneficio presenta poi alcuni limiti, dal momento che il taglio dei suddetti oneri potrà avere un valore massimo di 600 milioni di euro, ripartito fra le bollette dei singoli utenti. Tale importo sarà infatti coperto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze
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