Aprire Partita Iva da Architetto: quanto costa?

di Francesco Aquilino
aprire partita iva da architetto

Dopo anni di studio per laurearti in Architettura sogni di diventare un libero professionista. Le competenze tecniche sono fondamentali ma non sono tutto. Tasse, contributi, Commercialista… Può sembrarti un incubo ma non è così: ti bastano poche dritte per gestire tutto nel migliore dei modi!

La figura dell’Architetto è senza dubbio una delle più tradizionali e diffuse nel panorama delle libere professioni. Da stime recenti, infatti, gli Architetti iscritti all’Albo in Italia sarebbero circa 150.000. Un numero molto rilevante che permette di comprendere l’importanza di questa figura professionale. Per arrivarci, devi superare l’Esame di abilitazione professionale dopo aver conseguito lo specifico titolo universitario. Come in ogni professione, tuttavia, le sole competenze tecniche non bastano. Se decidi di buttarti nella mischia dei lavoratori autonomi, per sfruttare al massimo le potenzialità della tua professione, dovrai diventare per forza di cose un piccolo esperto di tasse e contributi. Se non sai proprio da dove partire, niente paura! Scopriamo insieme come aprire e gestire una Partita Iva da Architetto.

Come faccio ad aprire una Partita Iva da Architetto?

Domanda sacrosanta, ma immagino che prima te ne starai facendo un’altra. Devo proprio aprire la Partita Iva? Sì. Come per ogni professione regolata con un Albo professionale, non è possibile lavorare con prestazione occasionale. Ciò a prescindere dal volume del fatturato che pensi di poter generare nell’anno.

Leggi di più: Prestazione d’opera occasionale e lavoro autonomo

Niente paura: oggi le norme fiscali vengono incontro ai professionisti, soprattutto a quelli alle prime armi, rendendo sostenibile l’apertura di una Partita Iva da Architetto. Tutto ciò grazie all’introduzione del Regime Forfettario. A questo punto, devi sapere che per aprire la tua Partita Iva da Architetto è necessario compilare e inviare all’Agenzia delle Entrate il Modello AA9/12. Per farlo hai due strade:

  • recarti in autonomia all’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate;
  • inoltrare una richiesta telematica tramite un Commercialista o un Caf.

Entrambe le opzioni sono valide, ma ti consigliamo la seconda per evitare errori banali che possono costare nel tempo anche sanzioni pesanti. Un classico errore che si commette facilmente e può costare caro, ad esempio, riguarda la scelta del Codice Ateco.

Leggi di più: Codice Ateco per Architetto: scegli quello giusto

Quanto costa aprire la Partita Iva da Architetto?

Come ogni attività professionale, anche quella dell’architetto non prevede l’iscrizione alla Camera di Commercio. Questo comporta che per iniziare l’attività tu non debba pagare bolli e diritti che sono previsti per le imprese, anche di piccole dimensioni. Questo è un vantaggio molto importante, perché in concreto l’unico adempimento da fare è la richiesta del numero di Partita Iva all’Agenzia delle Entrate, nei modi visti sopra. Trattandosi di un passaggio senza spese, di fatto aprire la Partita Iva da Architetto è un adempimento del tutto gratuito.

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Cassa di previdenza e assicurazione professionale

Per esercitare la professione di Architetto, è obbligatoria l’iscrizione alla Cassa di previdenza. Nello specifico, per gli architetti l’ente di riferimento è Inarcassa. Anche questa iscrizione è gratuita, ossia non prevede un costo iniziale. È evidente, tuttavia, che nel corso del tempo dovrai versare i contributi che ti garantiranno la pensione, seguendo le regole specifiche previste dalla Cassa.

Leggi di più: Contributi Inarcassa: adempimenti e scadenze

Non ha rilevanza fiscale, ma sicuramente ti è utile conoscerlo, l’obbligo di sottoscrivere una polizza professionale. Tale obbligo, introdotto dal D.P.R. 137/2012, è relativo a tutte le professioni ed ha lo scopo di tutelare i clienti da eventuali danni causati dal professionista (eventualità che purtroppo non si può mai escludere del tutto).

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