La grande delusione del Decreto Rilancio è stata la mancanza del Bonus Figli. Approvato finalmente il Family Act. Annunciate in conferenza stampa le misure principali. Assegno Universale per i figli, congedo parentale e non solo.
Vede finalmente la luce il Family Act. Il grande piano per la Famiglia era stato presentato ad ottobre dalla Ministra Elena Bonetti alla Leopolda. Non a caso, forse, il primo ad annunciarlo è stato Matteo Renzi con un tweet. Il Premier Conte ha elogiato il lavoro di concerto delle Ministre Bonetti e Catalfo, con il supporto del Ministro Gualtieri. Tante misure per sostenere i genitori con più soldi e più diritti. Non solo l’Assegno Universale per i figli e i congedi parentali, ma anche incentivi al lavoro femminile. Il testo approvato delega il Governo a produrre dei decreti attuativi che specificheranno importi, condizioni e altri dettagli sulle misure previste. Scopriamo di più sul Family Act approvato dal Consiglio dei Ministri.
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Assegno Universale per i figli
Una prima grande misura a sostegno delle nascite è rappresentato dall’Assegno Universale. Sarà riconosciuto, infatti, un assegno mensile dal settimo mese di gravidanza fino al compimento del 18° anno di età di ogni figlio. Questo contributo potrà essere riconosciuto con una delle seguenti modalità:
- in denaro;
- con un credito d’imposta.
Prevista poi una maggiorazione del 20% nei casi di:
- figli successivi al primo;
- figlia o figlio disabile (anche primogenito/a).
L’Assegno Universale non subisce limitazioni legate all’età nel caso di figli disabili. In tale circostanza, dunque, l’agevolazione spetterà anche oltre i 18 anni di età del figlio. Il duplice obiettivo di questa misura, quindi, è quello di incentivare le nascite ma anche di tutelare le famiglie con le situazioni di maggiore sofferenza.
L’assegno non concorre a formare il reddito complessivo, dunque non va tassato.
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Approvato il Family Act: potenziati i congedi parentali
Un altro punto centrale del Family Act è il congedo parentale. Il rapporto dei genitori con il lavoro diventa infatti più flessibile, con maggiore sensibilità e attenzione verso i compiti genitoriali. Vediamo in sintesi alcune delle misure più significative su questo tema:
- congedo obbligatorio per il papà lavoratore (almeno 10 giorni nei primi mesi di vita del figlio);
- periodo minimo di congedo per un solo genitore (non cedibile all’altro) di 2 mesi per ogni figlio;
- permesso retribuito di almeno 5 ore all’anno per i colloqui con gli insegnanti dei figli;
- in generale, modalità più flessibili nella gestione dei congedi.
Vale la pena di sottolineare che le misure vanno a beneficio dei genitori a prescindere dallo stato civile o di famiglia del genitore lavoratore. Apertura dunque anche verso le cosiddette coppie di fatto o unioni civili, nonché verso le coppie di genitori assolutamente prive di rapporti regolati dalla legge.
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Incentivato anche il lavoro femminile
Un’ultima grande area del disegno di legge varato dal Governo riguarda l’agevolazione alle madri lavoratrici per conciliare lavoro e maternità. Vediamo alcuni dei punti più rilevanti:
- maggiorazione del 30% della retribuzione per le madri lavoratrici, nel periodo successivo al congedo obbligatorio, a carico dell’INPS;
- incentivi ai datori di lavoro che introdurranno forme di lavoro flessibili;
- agevolazioni per le madri che rimangono a casa con i figli ammalati;
- possibilità di dedurre le spese per la baby-sitter, in base all’ISEE;
- maggior ricorso allo smartworking per genitori di figli fino ai 14 anni.
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