Differenza tra domicilio e residenza spiegata in modo semplice

di Michele Aquilino
differenza tra domicilio e residenza

Domicilio e residenza sono concetti spesso confusi tra di loro. Capire bene la differenza fra domicilio e residenza, invece, è molto importante ai fini fiscali e non solo. Leggi l’articolo per chiarire definitivamente la differenza fra questi due concetti.

Quante volte ti sarà capitato di avere a che fare con i concetti di residenza e domicilio? Spesso vengono confusi, a volte addirittura si pensa che siano sinonimi. Devi sapere che non è assolutamente così, anzi ognuno porta con sé presupposti e conseguenze diverse. Tali concetti infatti hanno risvolti molto importanti anche ai fini fiscali, in tema ad esempio di IVA, IMU, imposte sui redditi e non solo… Ecco perché devi conoscere assolutamente la differenza tra domicilio e residenza. Vediamola insieme.

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Il concetto di residenza

La legge ci dice che:

“La residenza è nel luogo in cui la persona ha dimora abituale”

(art. 43, c. 2, codice civile)

Il significato di residenza è racchiuso cioè nelle parole dimora abituale. Apriamo dunque una breve parentesi sul singificato di dimora.

Un altro concetto che devi conoscere: la dimora

Con il termine dimora si intende semplicemente il luogo in cui si vive, in maniera temporanea o stabile, dunque per periodi più o meno lunghi. Se parliamo infatti di dimora pura e semplice definiamo il luogo in cui si soggiorna in via puramente temporanea. L’esempio classico di dimora, in tal senso, è la casa per le vacanze, in cui il soggetto soggiorna anche solo per poche settimane all’anno. Per individuare e stabilire la propria residenza, invece, è necessario fare riferimento alla propria dimora abituale, come abbiamo visto.

Adempimenti ed effetti legati alla residenza

La legge stabilisce per tutti l’obbligo di stabilire la propria residenza tramite la compilazione di un’apposita dichiarazione, che va registrata presso l’anagrafe del Comune in cui risiede.

Attenzione! Entro 45 giorni dall’espletamento di questa formalità (ma spesso nella prassi i tempi sono anche molto inferiori), gli agenti della Polizia Municipale si recano presso l’indirizzo dichiarato per verificare se corrisponde a quello reale. Il rischio è quello di essere sanzionati con una multa nel caso in cui gli addetti al controllo attestino che quanto comunicato non corrisponde alla situazione reale.

Come dicevamo, fissare la propria residenza è obbligatorio. Questo perché a questo luogo sono collegati importantissimi risvolti giuridici, come ad esempio:

  • l’accesso ai servizi demografici ed elettorali del Comune di residenza;
  • la ricezione di alcuni documenti fiscali trasmessi in automatico dall’Agenzia delle Entrate (es. la seconda parte del Codice PIN per abilitare il servizio Fisconline);
  • la competenza territoriale degli uffici giudiziari e la ricezione di raccomandate e atti giudiziari;
  • l’adempimento delle formalità legate alla celebrazione del matrimonio;
  • la scelta del medico di famiglia.

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differenza tra domicilio e residenza

Differenza tra domicilio e residenza

Chiariamo adesso il significato di domicilio. La legge vigente ci dice che:

“Il domicilio di una persona è nel luogo in cui essa ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi”

(art. 43, c. 1, codice civile)

Come vediamo, pertanto, non abbiamo più un concetto legato al luogo in cui si vive. Ci allontaniamo quindi dai concetti di dimora o di abitazione. Il domicilio, infatti, può essere stabilito in un luogo diverso dalla residenza. Così come, al contrario, nulla vieta che entrambi facciano capo allo stesso luogo e dunque allo stesso indirizzo.

Se il domicilio è il luogo in cui una persona stabilisce “la sede principale dei suoi affari e interessi”, evidentemente questo può essere liberamente scelto (o meglio, eletto, in termini più propriamente giuridici). L’elezione di domicilio, a differenza di quanto accade per la residenza, non è una pratica di natura amministrativa, ma una dichiarazione espressa del soggetto.

Tipologie di domicilio e loro effetti

Se oltre all’art. 43 leggiamo anche l’art. 47 del codice civile, ci rendiamo conto che possiamo distinguere due tipologie di domiclio, ossia:

  • domicilio generico;
  • domicilio speciale (per specifico affare).

Il domicilio generico è quello che si elegge con riferimento alla più ampia generalità di affari ed interessi. Il caso classico è quello di un libero professionista che elegge domicilio non presso la propria abitazione bensì presso lo studio in cui svolge la sua attività. L’elezione del domicilio generico, che si fa con una semplice comunicazione (non necessariamente scritta), comporta ad esempio la ricezione, presso quell’indirizzo, di tutta la corrispondenza attinente la sfera professionale.

L’esempio classico di elezione di domicilio speciale (o per specifico affare) riguarda quella che si effettua quando si conferisce mandato scritto ad un legale. Ebbene sì, perché l’elezione di domicilio speciale deve essere necessariamente comunicata in forma scritta alle parti eventualmente interessate. Per restare nell’ambito fiscale, ciò si verifica quando si predispone un ricorso tributario. In questo caso si comunica appunto all’Agenzia delle Entrate che ai fini del contenzioso si elegge domicilio presso, ad esempio, lo studio del professionista incaricato dell’attività di difesa e rappresentanza. Di conseguenza tutti gli atti rilevanti ai fini del contenzioso saranno notificati presso il domicilio speciale regolarmente eletto.

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