Finalmente una novità molto attesa: i pagamenti elettronici saranno gratuiti per gli esercenti. Credito d’imposta al 100% dal 1° luglio 2021. Requisiti, condizioni e adempimenti.
Cashback, corrispettivi elettronici, lotteria degli scontrini e non solo. Tante le misure introdotte negli ultimi anni con l’ambizione audace di tagliare le gambe al nero. I pagamenti elettronici sono visti da sempre come uno fra gli strumenti più utili per ottenere questo effetto. Il limite, tuttavia, è sempre stato lo stesso: anche l’esercente che vuole rispettare le regole è penalizzato per i costi legati solo ai pagamenti con POS e non all’uso del contante. Ecco perché il credito d’imposta sui pagamenti elettronici risulta una misura giusta e utile per non far gravare sulle Partite IVA le misure di contrasto all’evasione fiscale.
Il D.L. n. 99 del 30 giugno 2021, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 155, ha infatti potenziato il cosiddetto Bonus POS, il credito d’imposta riconosciuto agli esercenti per i costi sostenuti sui pagamenti ricevuti con mezzi tracciabili. La misura del credito d’imposta passa dal 30% al 100%. Saranno integralmente coperti, dunque, i costi legati alle singole transazioni. Agevolazione anche sui “costi fissi” legati all’attivazione e alla detenzione dell’apparecchio.
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Come ottenere il credito d’imposta su pagamenti elettronici del 100%?
Ricordiamo le condizioni valide già dallo scorso anno per fruire del credito d’imposta. Accedono al beneficio tutte le attività di impresa, arti e professioni che hanno registrato nel 2019 un fatturato inferiore a 400 mila euro.
Le regole in vigore richiedono l’invio della comunicazione venga effettuato dai soggetti convenzionatori. Si tratta di soggetti prestatori di servizi di pagamento che operano sul territorio nazionale, anche in regime di libera prestazione, e che hanno stipulato con l’esercente un accordo di convenzionamento per l’accettazione in Italia di:
- carte di pagamento (debito, di credito o prepagata);
- altri strumenti di pagamento elettronici tracciabili (ad esempio bonifici, assegni, ecc.).
Le commissioni sui pagamenti ricevuti con questi mezzi dal 1° luglio 2021 al 30 giugno 2022 daranno diritto ad un credito d’imposta pari al 100% del loro importo. Il credito di imposta potrà essere usato solo in compensazione, con F24, a partire dal mese successivo a quello in cui la spesa è stata sostenuta.
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Bonus POS 2021: quali sono i dati da trasmettere?
Come già detto, sono i prestatori dei servizi a pagamento – gli operatori finanziari – che devono inviare la comunicazione all’Agenzia delle Entrate. Ma quali sono i dati che dovranno essere contenuti nella comunicazione? Vediamoli nello specifico:
- il codice fiscale dell’esercente;
- il mese e l’anno di addebito;
- il numero totale delle operazioni di pagamento effettuate nel periodo di riferimento;
- il numero totale delle operazioni di pagamento riconducibili a consumatori finali nel periodo di riferimento;
- l’importo delle commissioni addebitate per le operazioni di pagamento riconducibili a consumatori finali;
- l’ammontare dei costi fissi periodici che ricomprendono un numero variabile di operazioni in franchigia anche se includono il canone per la fornitura del servizio di accettazione.
Questi dati devono essere trasmessi utilizzando il Sistema di Interscambio Dati (SID). E’ inoltre previsto un software di controllo e di preparazione dei file da trasmettere, reso disponibile gratuitamente dall’Agenzia delle Entrate.
I soggetti non residenti fiscalmente e privi di stabile organizzazione in Italia, per adempiere agli obblighi relativi alla trasmissione dei dati dovranno fare richiesta di attribuzione del codice fiscale, abilitarsi ai servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate e accreditarsi al SID.
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Credito d’imposta sui pagamenti elettronici: termini per la trasmissione dei dati
La trasmissione dei dati relativa alla comunicazione per ottenere il rimborso delle commissioni POS deve essere effettuata entro il 20° giorno del mese successivo al periodo di riferimento. Entro lo stesso termine, esercenti e professionisti riceveranno, nella PEC o nel proprio Internet Banking, i dati funzionali alla determinazione del credito spettante, ossia:
- elenco delle operazioni;
- valore delle operazioni, con separata indicazione di quelle effettuate da consumatori finali;
- riepilogo delle commissioni addebitate.
Qualora il file trasmesso dall’esercente risulti scartato per effetto dei controlli, i dati contenuti nel file verranno considerati non trasmessi. Mentre, in caso di errori nei dati trasmessi, i soggetti convenzionatori potranno trasmettere una comunicazione che cancella tutti i dati già trasmessi e riferiti a quella mensilità, per poi trasmettere una nuova comunicazione entro lo stesso termine.
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Credito d’imposta sulle commissioni POS: i documenti da conservare
Gli esercenti utilizzatori del credito di imposta sono tenuti a conservare la documentazione relativa alle commissioni addebitate per le transazioni effettuate con strumenti elettronici di pagamento. Tale documentazione deve essere messa a disposizione, su richiesta, degli organi dell’amministrazione finanziaria, e conservata per un periodo di 10 anni dall’anno in cui il credito è stato utilizzato.
Provvedimento dell’Agenzia delle Entrate, Prot. n. 181301/2020 del 29/04/2020
Dunque, se è vero che la comunicazione deve essere inviata dai soggetti convenzionatori, è anche vero che gli esercenti dovranno conservare la documentazione che dimostra le commissioni addebitate sui pagamenti elettronici. Tali documenti dovranno essere conservati per 10 anni e dovranno essere messi a disposizione dell’Agenzia delle Entrate in caso di controlli.
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Novità 2021: bonus anche su acquisto, noleggio e utilizzo del POS
Non solo bonus sulle commissioni. Il D.L. 99/2021 introduce anche un credito d’imposta per:
- acquisto;
- noleggio;
- utilizzo;
di strumenti che consentono forme di pagamento elettronico, meglio se sono anche direttamente collegati con i registratori telematici, dunque ai sistemi per la trasmissione dei corrispettivi giornalieri. Il tutto sempre per spese sostenute dal 1° luglio 2021 al 30 giugno 2022. Oltre al costo di acquisto/noleggio/utilizzo, il credito d’imposta copre anche:
- spese di convenzionamento;
- spese sostenute per il collegamento tecnico tra i suddetti strumenti.
A quanto ammonta il nuovo Bonus?
Le spese sostenute per acquisto, noleggio e/o utilizzo del POS sono coperte dal credito d’imposta fino ad un importo massimo per soggetto di 160 euro, ma solo parzialmente. In particolare:
- 70% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano di ammontare non superiore a 200.000 euro;
- 40% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano di ammontare superiore a 200.000 euro e fino a 1 milione di euro;
- 10% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano di ammontare superiore a 1 milione di euro e fino a 5 milioni di euro.
Agli stessi soggetti che, nel corso dell’anno 2022, acquistano, noleggiano o utilizzano strumenti evoluti di pagamento elettronico che consentono anche la memorizzazione elettronica e trasmissione telematica spetta un credito d‘imposta nel limite massimo di spesa per soggetto di 320 euro, nelle seguenti misure:
- 100% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano di ammontare non superiore a 200.000 euro;
- 70% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano di ammontare superiore a 200.000 euro e fino a 1 milione di euro;
- 40% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano di ammontare superiore a 1 milione di euro e fino a 5 milioni di euro.
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