La riforma fiscale sembra alle porte. Attese molte novità nel prossimo anno. Le nuove regole però dovrebbero entrare in vigore a partire dal 2022. Ecco regole, scaglioni e aliquote IRPEF per il 2021. Facciamo insieme un esempio di calcolo.
IRPEF – il famoso acronimo di Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche – ha fatto la sua comparsa nel 1973. Entrata in vigore nel 1974, l’imposta è disciplinata attualmente dal TUIR (DPR 22 dicembre 1986, n. 917) – Testo Unico delle Imposte sui Redditi. Le aliquote IRPEF 2021 sono fra i temi fiscali più chiacchierati negli ultimi mesi. La possibile riforma fiscale di cui tanto si sta parlando potrebbe infatti avere un effetto radicale sull’IRPEF. Non va poi trascurato il fatto che l’IRPEF genera il gettito fiscale relativamente più importante per lo Stato, più di qualsiasi altra imposta (IVA compresa).
Se il funzionamento di questa imposta ti sembra tuttora complicato, probabilmente è perché non sai che, al momento della sua introduzione, l’IRPEF aveva ben – udite udite – 32 aliquote! Esse variavano dal 10% al 72% per scaglioni di reddito annuo compresi fra i 2 milioni e i 500 milioni di lire. Oggi, tuttavia, la situazione è ben diversa (del resto sono passati quasi 50 anni) e il sistema attuale potrebbe essere ulteriormente modificato. Vediamo dunque insieme su quali redditi si paga l’IRPEF, come si calcola e quali sono le particolarità che caratterizzano questa imposta.
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Su quali redditi si paga l’IRPEF?
L’IRPEF “colpisce” – come spiega il suo stesso nome – tutti i redditi prodotti, in qualsiasi forma, da una persona fisica. Fanno eccezione, come vedremo tra poco, quei redditi per cui sono previste forme di imposizione sostitutiva. Restando tuttavia nell’ambito generale, possiamo distinguere 6 categorie di reddito, così come individuate dal TUIR. Troviamo, in particolare, i redditi:
- fondiari;
- di capitale;
- d’impresa;
- di lavoro dipendente;
- di lavoro autonomo;
- diversi.
Ognuna di queste categorie può presentare particolarità in merito alla base di calcolo della base imponibile o all’esistenza di imposte sostitutive per gli stessi redditi. Altre caratteristiche particolari riguardano le regole sulle deduzioni e le detrazioni connesse alle varie tipologie di reddito.
Ad ogni modo, i redditi che non sono soggetti ad una forma di imposizione sostitutiva concorrono a formare il reddito complessivo. Questo concetto ci tornerà utile più avanti.
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IRPEF e imposte sostitutive
Come già detto, su alcune tipologie di reddito – e al ricorrere di particolari condizioni – potrebbero gravare delle imposte sostitutive. Quando si usa questa espressione, si intende che un determinato reddito non è soggetto alle regole ordinarie dell’IRPEF (aliquote, sistema di deduzioni e detrazioni ecc). In sostituzione, appunto, si applica un regime fiscale speciale. A seconda dei casi, l’imposta sostitutiva potrebbe essere obbligatoria oppure semplicemente opzionale. Casi di imposta sostitutiva sono, ad esempio:
- regime forfettario (che riguarda i redditi d’impresa e di lavoro autonomo);
- cedolare secca (che sottrae dalla base imponibile IRPEF del locatore i canoni di locazione);
- ritenute a titolo d’imposta (ad esempio sui dividendi o su altri redditi di capitale).
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Scaglioni e aliquote IRPEF in vigore per il 2021
L’IRPEF è un’imposta progressiva. Si distingue in questo senso dalle imposte fisse (con importo predeterminato in termini monetari) e dalle imposte proporzionali (con importo variabile ma aliquota fissa senza limiti di reddito). Il fatto che sia progressiva significa che l’incidenza proporzionale dell’imposta aumenta all’aumentare del reddito. Concetto difficile? Meno di quanto sembri! È proprio a questo punto che entrano in gioco gli scaglioni e le aliquote IRPEF. Scaglioni e aliquote attuali – ancora validi anche per tutto il 2021 – sono i seguenti:
- 23% fino a 15.000 euro;
- 27% fra 15.001 euro e 28.000 euro;
- 38% fra 28.001 euro e 55.000 euro;
- 41% fra 55.001 euro e 75.000 euro;
- 43% oltre i 75.000 euro.
Come si applicano le aliquote? Un esempio di calcolo
In che modo si concretizza la progressività dell’imposta? Lo vediamo applicando correttamente le aliquote ai relativi scaglioni di reddito nell’esempio seguente. Supponiamo che Martina abbia prodotto un reddito complessivo IRPEF -già al netto di eventuali deduzioni – pari a 36.500 euro nell’arco dell’anno. La corretta applicazione dell’IRPEF non prevede che Martina calcoli un’imposta (lorda) pari al 38% sull’intero importo del reddito complessivo. L’imposta lorda invece sarà pari a:
- il 23% sui primi 15.000 euro = 3.450 euro;
- il 27% sulla fascia di reddito che va da 15.001 euro a 28.000 euro (dunque il 27% su uno scaglione di 13.000 euro) = 3.510 euro;
- in ultimo, il 38% solo sullo scaglione che va da 28.001 euro a 36.500 euro (38% su 8.500 euro) = 3.230 euro.
L’imposta lorda a carico di Martina sarà dunque pari a (3.450 + 3.510 + 3.230) 10.190 euro.
Per calcolare poi l’effettivo debito d’imposta, sarà necessario considerare le eventuali detrazioni spettanti (otterremo così l’imposta netta), gli acconti già pagati e/o i crediti (non utilizzati in compensazione) derivanti dalla precedente dichiarazione. Vanno correttamente considerate anche eventuali ritenute d’acconto.
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Nessuna novità nella Legge di Bilancio 2021
C’era molta attesa per la Legge di Bilancio 2021 anche in riferimento ad un’eventuale – nonché parziale – riforma degli scaglioni e delle aliquote IRPEF. Diverse ipotesi erano state avanzate, infatti, negli ultimi mesi. Ad ogni modo, la Manovra 2021 non ha apportato modifiche in tal senso.
In attesa, dunque, della Riforma fiscale che – stando agli annunci arrivati a più riprese dal Governo – dovrebbe entrare in vigore dal 2022, tutto resta invariato per il 2021.
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