Sei laureato in Odontoiatria e sogni di iniziare a lavorare? Le competenze acquisite sono importanti ma passare dalla teoria alla pratica significa anche conoscere concetti come tasse e contributi. Non farti trovare impreparato! Nel seguente articolo scoprirai che non è così difficile come sembra: ti basteranno poche dritte per capire come aprire la tua Partita IVA da Dentista!
La figura del Dentista, o Odontoiatra, è una figura professionale indispensabile al giorno d’oggi. Che sia in giovane età o in età più adulta infatti, chiunque almeno una volta nella vita ha avuto a che fare con un Dentista. Se vuoi intraprendere la strada della libera professione o portare avanti la carriera sia nel settore privato che nel pubblico, aprire la Partita IVA sarà indispensabile. Ma come si diventa Dentisti? Il primo requisito per poter aprire una Partita IVA da Dentista è sicuramente la laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria, che ha una durata di 6 anni, a cui si aggiunge obbligatoriamente un periodo di tirocinio universitario.
E’ richiesto inoltre il superamento dell’Esame di Stato per potersi iscrivere all’Albo dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia in cui hai la residenza; fatto questo potrai finalmente aprire la tua Partita Iva! Ma attenzione: se hai deciso di seguire questa strada dovrai riuscire a muoverti tra tasse e contributi. Non sai da dove partire? Non temere! Scopriamo insieme come aprire e gestire una Partita Iva da Dentista.
Come faccio ad aprire una Partita Iva da Dentista?
La domanda è lecita, ma immagino che prima te ne starai facendo un’altra. Devo proprio aprire la Partita Iva? La risposta è si quando:
- l’attività viene esercitata nei confronti del paziente nell’ambito di uno studio privato;
- si tratta di attività extramoenia, ovvero quando i medici dipendenti del Servizio sanitario nazionale utilizzano strutture o studi privati per svolgere la libera professione;
- si presta esercizio a favore di strutture sanitarie private di terzi o mediante un rapporto di convenzionamento con le Aziende sanitarie locali (ASL).
Se non eserciterai la professione solo come lavoro dipendente, aprire la Partita IVA sarà quindi necessario! Inoltre, come per ogni professione regolata con un Albo professionale, non è possibile lavorare con prestazione occasionale. E questo a prescindere dal volume del fatturato che pensi di poter generare nell’anno.
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Per fortuna oggi le norme fiscali vengono incontro ai giovani professionisti rendendo sostenibile l’apertura di una Partita Iva da Dentista. E questo anche grazie all’introduzione del Regime Forfettario. Cosa fare per aprire la tua Partita Iva da Dentista? Basterà compilare e inviare all’Agenzia delle Entrate il Modello AA9/12. Per farlo hai due strade:
- recarti personalmente all’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate;
- rivolgerti a un Commercialista o ad un Caf che inoltrerà la richiesta telematicamente.
Entrambe le soluzioni sono corrette, tuttavia rivolgendoti ad un commercialista eviterai errori, anche banali, che potrebbero costarti sanzioni pesanti, come ad esempio la scelta di un Codice Ateco errato.
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Quanto costa aprire la Partita Iva da Dentista?
Come tutte le attività professionali, anche quella del Dentista non prevede l’iscrizione alla Camera di Commercio. E’ un adempimento del tutto gratuito: l’unica cosa da fare è la richiesta del numero di Partita Iva all’Agenzia delle Entrate, attraverso una delle due soluzioni viste sopra.
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Cassa di previdenza e assicurazione professionale
Per esercitare la professione di Dentista (o Odontoiatra), è obbligatorio iscriversi alla Cassa di previdenza., ovvero all’Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri (Enpam). Tale iscrizione avviene d’ufficio a cura dell’Ordine locale. L’ENPAM prevede differenti tipologie di contributi (Quota A, Quota B) e come ogni Cassa professionale segue delle regole proprie. Se vuoi avere informazioni più precise sulle somme a titolo di contributo da versare e sulle relative scadenze ti consigliamo di consultare direttamente il sito della tua Cassa previdenziale, in questo caso l’ENPAM appunto.
Leggi di più: Contributi Enpam 2021: Guida completa, costi e scadenze
Ciò che non ha rilevanza fiscale ma che sicuramente ti è utile conoscere, è l’obbligo di sottoscrivere una polizza professionale. Tale obbligo è stato introdotto dal D.P.R. 137/2012, e riguarda tutte le professioni. Lo scopo è quello di tutelare i clienti da eventuali errori causati dal professionista (variabile che non puoi escludere del tutto nel corso della tua carriera).
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