Passo in avanti molto importante per il Family Act, che incassa il sì della Camera. Si attende adesso il passaggio in Senato. Sembra ormai in dirittura d’arrivo il nuovo Assegno Unico per i figli.
Dopo l’ok del Governo al primo pilastro del Family Act, arriva il secondo importante sì. È la Camera dei Deputati questa volta ad approvare il pacchetto normativo dedicato alla tutela delle famiglie. Un approvazione oltremodo ampia, praticamente all’unanimità – 452 favorevoli, 1 astenuto, 0 contrari – che fa ben sperare per la rapida entrata in vigore di queste nuove norme, davvero molto attese. Non resta che attendere il passaggio in Senato e il relativo esito positivo. Il consenso largo e trasversale registrato alla Camera, tuttavia, fa ben sperare per un ok rapido e senza emendamenti anche a Palazzo Madama. Grande attesa per l’Assegno Unico e Universale per i figli, ma non solo. Vediamo meglio cosa c’è in serbo per le famiglie italiane.
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La soddisfazione della Ministra Bonetti
Non nasconde la propria soddisfazione Elena Bonetti. La Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, infatti, è da considerarsi fra i principali fautori di questo atto normativo. Un lavoro importante, avviato e annunciato già lo scorso anno, che avvicina l’Italia ai principali Paesi europei in tema di welfare per le famiglie.
“Il Family Act è nato come un sogno alla Leopolda – ha dichiarato sui social la Ministra – ma è qualcosa di molto concreto, abbiamo voluto che partisse al più presto per rispondere subito alle attese che le famiglie hanno da anni”. Il racconto della Ministra non nasconde l’emozione per il traguardo tanto agognato: “Vedere il tabellone tutto verde ieri è stato un momento molto intenso ed emozionante, è il segno che questo Paese ce la può fare. Il tema della famiglia ha diviso il Paese per anni e per anni non si è fatto nulla. Abbiamo deciso invece che era il momento di farlo”.
Assegno Unico o Universale per i Figli: tutti i dettagli
Cerchiamo di tracciare i termini e i confini di questa misura, in attesa che il Senato deliberi il testo definitivo che sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Fra il testo del disegno di legge e le indicazioni fornite dagli esponenti del Governo, possiamo individuare i caratteri principali di questa misura storica per il nostro Paese.
Sarà riconosciuto un assegno mensile dal settimo mese di gravidanza fino al compimento del 21° anno di età (il disegno di legge prevedeva fino a 18 anni) di ogni figlio. Questo contributo potrà essere riconosciuto con una delle seguenti modalità:
- in denaro;
- con un credito d’imposta.
Prevista poi una maggiorazione dal 30% al 50% nei casi di:
- figli successivi al secondo;
- figlia o figlio disabile (anche primogenito/a).
L’Assegno Unico e Universale non subisce limitazioni legate all’età nel caso di figli disabili. In tale circostanza, dunque, l’agevolazione dovrebbe spettare anche oltre i 21 anni di età del figlio. Il duplice obiettivo di questa misura, quindi, è quello di incentivare le nascite ma anche di tutelare le famiglie con le situazioni di maggiore sofferenza.
L’assegno non concorre a formare il reddito complessivo, dunque non va tassato. L’importo dell’assegno dovrebbe essere compreso fra i 200 e i 250 euro mensili per ogni figlio. Un aiuto davvero notevole per tantissime famiglie, specialmente quelle più in difficoltà.
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Non solo l’Assegno: gli altri obiettivi del Family Act
Ma non finisce qui. L’Assegno Unico o Universale infatti è stato definito come il primo di una serie di novità che daranno vita all’ampio disegno del Family Act. Vediamo quali saranno nelle intenzioni del Governo i prossimi possibili passaggi a sostegno delle famiglie:
- congedo obbligatorio per il papà lavoratore (almeno 10 giorni nei primi mesi di vita del figlio);
- periodo minimo di congedo per un solo genitore (non cedibile all’altro) di 2 mesi per ogni figlio;
- permesso retribuito di almeno 5 ore all’anno per i colloqui con gli insegnanti dei figli;
- in generale, modalità più flessibili nella gestione dei congedi.
Proposte molto significative anche per incentivare e tutelare il lavoro femminile, ancora troppo spesso penalizzato. Finiranno probabilmente al vaglio del Parlamento le seguenti misure:
- maggiorazione del 30% della retribuzione per le madri lavoratrici, nel periodo successivo al congedo obbligatorio, a carico dell’INPS;
- incentivi ai datori di lavoro che introdurranno forme di lavoro flessibili;
- agevolazioni per le madri che rimangono a casa con i figli ammalati;
- possibilità di dedurre le spese per la baby-sitter, in base all’ISEE;
- maggior ricorso allo smartworking per genitori di figli fino ai 14 anni.
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