Per molti era la più grave dimenticanza del Governo. Non si è fatta attendere invece la risposta dei ministri Catalfo e Gualtieri. Sì al bonus di 600 euro anche per i professionisti iscritti alle Casse professionali. Medici, commercialisti, avvocati, ingegneri, architetti. Tutti dentro… Ma occhio ai limiti
Era probabilmente la più grossa stortura della prima parte di misure stabilite dal Governo a sostegno dei lavoratori. A fronte dell’indennità di 600 euro prevista per gli autonomi iscritti all’INPS e dei 100 euro di bonus per i dipendenti non in regime di smart working, i grandi esclusi erano i professionisti iscritti alle Casse private. Ma proprio oggi arriva la novità più attesa. Il bonus di 600 euro sarà esteso a tutti i professionisti. Firmato dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Catalfo, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze Gualtieri, un decreto interministeriale di cui si attende la pubblicazione.
Quali professionisti hanno diritto al Bonus?
Rientrano nel campo di applicazione della norma tutte le categorie professionali che non versano i contributi all’INPS ma alla propria Cassa di previdenza. Di seguito un elenco di tutte le categorie professionali ammesse al beneficio:
- Notai (CNN);
- Avvocati (Cassa Forense);
- Ingegneri e Architetti (Inarcassa);
- Geometri (CIPAG)
- Dottori Commercialisti (CNPADC);
- Ragionieri ed Esperti Contabili (CNPR);
- Farmacisti (ENPAF);
- Veterinari (ENPAV);
- Consulenti del Lavoro (ENPACL);
- Periti Agrari e Agrotecnici (ENPAIA);
- Medici e Odontoiatri (ENPAM);
- Agenti, spedizionieri e corrieri (FASC);
- Giornalisti (INPGI);
- Biologi (ENPAB);
- Infermieri (ENPAPI);
- Psicologi (ENPAP);
- Periti Industriali (EPPI);
- Attuari, Chimici, Geologi, Dottori Agronomi e Dottori Forestali (EPAP).
Gli Agenti e Rappresentanti di commercio (ENASARCO) hanno diritto all’indennità di 600 euro erogata dall’INPS.
Bonus 600 esteso a tutti i professionisti: quali sono i limiti di reddito
A differenza di quanto previsto per il bonus riservato agli iscritti INPS, per questa indennità vengono introdotti dei limiti di reddito. Bisogna infatti tener conto di due soglie che determinano l’ammissione al beneficio. In particolare, il bonus spetta:
- ai lavoratori che hanno percepito, nell’anno d’imposta 2018, un reddito complessivo (comprensivo di cedolare secca e locazioni brevi) non superiore a 35.000 euro, la cui attività sia stata limitata dai provvedimenti restrittivi emanati in conseguenza dell’emergenza Coronavirus;
- ai lavoratori che hanno percepito, nell’anno d’imposta 2018, un reddito complessivo (comprensivo di cedolare secca e locazioni brevi) compreso tra 35.000 euro e 50.000 euro e che abbiano cessato, ridotto o sospeso la loro attività autonoma o libero professionale in conseguenza dell’emergenza Coronavirus.
Bisogna dunque prestare attenzione all’ammontare del reddito complessivo dell’anno 2018 e non al solo reddito professionale.
Per cessazione dell’attività, di cui al punto 2, si intende la chiusura della partita Iva nel periodo compreso tra il 23 febbraio 2020 e il 31 marzo 2020.
Per riduzione o sospensione dell’attività lavorativa, di cui al punto 2, si intende una comprovata riduzione di almeno il 33% del reddito del primo trimestre 2020 rispetto al reddito del primo trimestre 2019.
Si può accedere al bonus, infine, solo se si è in regola con i versamenti contributivi alla propria Cassa di appartenenza.
Come e quando presentare la domanda
La finestra di presentazione della domanda per ottenere il bonus di 600 euro va dal 1° aprile 2020 al 30 aprile 2020, pena inammissibilità dell’istanza.
La richiesta deve essere inoltrata al proprio Ente previdenziale, secondo lo schema da esso predisposto. Alla domanda va allegata una fotocopia del documento di identità in corso di validità e del codice fiscale, nonché le coordinate bancarie o postali per l’accreditamento del bonus. Va presentata, inoltre, una autodichiarazione, rilasciata ai sensi del DPR 28 dicembre 2000 n. 455, in cui si afferma di:
- essere lavoratore autonomo/libero professionista non titolare di pensione;
- non essere già percettore di indennità previste dal decreto Cura Italia, né del reddito di cittadinanza;
- non aver presentato per il medesimo fine, domanda ad altro Ente di previdenza;
- aver percepito nell’anno di imposta 2018 un reddito non superiore alle soglie previste (35.000 o 50.000 euro a seconda dei casi);
- aver chiuso la partita Iva fra il 23 febbraio 2020 e il 31 marzo 2020, ovvero aver subito una riduzione di almeno il 33% del reddito rispetto al primo trimestre 2019 per i titolari di redditi compresi tra i 35.000 e i 50.000 euro.
Le domanda saranno valutate dall’Ente di previdenza, che erogherà tempestivamente il bonus di 600 euro ai soggetti in possesso dei requisiti. L’indennità in oggetto non concorre alla formazione del reddito e dunque non sarà assoggettata ad imposte.
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