Buoni spesa: gli importi destinati ad ogni Comune

di Francesco Aquilino
buoni spesa

Come annunciato in TV e sui social, il Governo Conte ha destinato 400 milioni di euro all’acquisto di beni alimentari di prima necessità. L’intento è garantire il sostentamento alle persone in maggiore difficoltà a causa dell’emergenza Coronavirus. Grazie alla solidarietà alimentare, tutti i Comuni italiani riceveranno una iniezione di liquidità. Scopri l’importo a disposizione dei vari Comuni.

Con l’Ordinanza della Protezione Civile n. 658 del 29 marzo 2020 è disposto il pagamento di un importo pari a 400 milioni di euro in favore dei Comuni italiani. Come annunciato pubblicamente dal premier Conte, con il ministro Gualtieri e il presidente dell’ANCI Decaro, lo Stato interviene per garantire il sostentamento delle persone con maggiori difficoltà economiche. Il provvedimento sulla solidarietà alimentare e buoni spesa si innesta nel complesso sistema delle misure assunte dal Governo per mitigare le conseguenze dell’epidemia da Covid-19 e delle restrizioni allo svolgimento delle attività economiche che si sono rese necessarie.

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Gli aiuti alimentari rappresentano indubbiamente una boccata di ossigeno per le fasce più povere della popolazione che affrontano con estrema fatica le difficoltà legate all’emergenza Coronavirus. Altri stanziamenti di simile portata potranno essere concessi nel caso in cui la situazione di emergenza dovesse continuare a lungo. Ma scopriamo insieme in che modo le risorse sono ripartite tra i Comuni e come sarà possibile accedere agli aiuti.

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Come sono ripartite le risorse tra i Comuni?

I 400 milioni destinati ai Comuni sono ripartiti seguendo due criteri:

  • una prima quota, pari a 320 milioni di euro, è ripartita in proporzione alla popolazione residente di ciascun Comune;
  • una seconda quota, pari ad 80 milioni di euro, è ripartita in base alla distanza tra il valore del reddito pro capite di ciascun Comune e il valore medio nazionale, ponderata per la rispettiva popolazione.

In ogni caso il contributo minimo spettante a ciascun Comune non può essere inferiore a 600 euro. I Comuni possono destinare alle misure urgenti di solidarietà alimentare anche eventuali donazioni. A tal fine i Comuni possono procedere all’apertura di appositi conti correnti bancari presso il proprio tesoriere o conti correnti postali destinati. Le donazioni effettuate sono detraibili al 30% se effettuate da persone fisiche e deducibili se effettuate da imprese.

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Se vuoi sapere a quanto ammontano le risorse destinate al tuo Comune, scarica al link sottostante il testo dell’Ordinanza e consulta le tabelle allegate.

Solidarietà alimentare: buoni spesa o consegna di generi alimentari?

I Comuni sono autorizzati ad impiegare le risorse a loro destinate per acquistare:

  • buoni spesa utilizzabili per l’acquisto di generi alimentari presso gli esercizi commerciali contenuti nell’elenco pubblicato da ciascun Comune nel proprio sito istituzionale;
  • generi alimentari o prodotti di prima necessità da distribuire direttamente alle persone più bisognose.

La scelta della forma con cui assegnare queste risorse ai cittadini è quindi rimessa alle singole amministrazioni comunali. I Comuni possono avvalersi dell’ausilio di associazioni di volontariato attive nella distribuzione alimentare. La platea dei beneficiari è individuata dagli Uffici dei Servizi Sociali di ciascun Comune. In questi giorni infatti i Comuni stanno predisponendo la modulistica con cui segnalare la propria situazione di difficoltà, da rimettere alla valutazione dell’Ufficio per i Servizi Sociali.

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