Arriva come una manna dal cielo la proroga per la conservazione delle fatture elettroniche 2019. Slitta dunque il termine del 10 marzo. Un vero e proprio salvacondotto per tantissimi contribuenti.
Le scorse giornate sono state vissute in apnea da tanti contribuenti, ma soprattutto – duole dirlo – da molti studi professionali. In tantissimi hanno cercato di correre ai ripari in extremis per salvare in piena regola la contabilità 2019. Il panico, si sa, è figlio della confusione e tanta se ne è fatta tra conservazione, consultazione, obblighi e facoltà. Tuttavia la certezza da cui partire in questo momento è che la proroga per la conservazione delle fatture elettroniche 2019 ci sarà.
Ad annunciare in via ufficiale lo slittamento della scadenza (che nel suo ultimo aggiornamento era fissata al 10 marzo) proprio il MEF, con il Comunicato stampa n. 49 del 13.03.2021. Più che di una proroga, infatti, si dovrebbe parlare di una vera e propria rimessione in termini. Ci saranno ancora 3 mesi di tempo per rimediare alle mancanze degli ultimi anni ed evitare potenziali catastrofi.
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Adesione ai servizi AdE: facciamo chiarezza con parole semplici
Che la fattura elettronica fosse destinata a dividere, è stato chiaro fin dai suoi albori. Che gli adempimenti ad essa connessi fossero poco chiari a molti (per usare un eufemismo), pure. Molti eccepiranno il fatto che un Commercialista non è un tecnico informatico – e in un certo senso non gli si potrebbe dare torto – e che certi temi esulano completamente dalle competenze professionali. Altri ritengono – altrettanto correttamente – che stiamo vivendo una normale ed inevitabile evoluzione delle attività.
Tanto ancora si potrebbe dire sulla validità del supporto fornito dall’Agenzia delle Entrate, sugli interessi e sul ruolo giocato dalle software house. Quello che però più di tutto importa capire è: cosa bisogna fare per tutelare i propri clienti? Intanto, bisogna capire la differenza fra consultazione e conservazione. Entrambi sono servizi gratuitamente disponibili – previa adesione – sul portale Fatture e Corrispettivi dell’Agenzia delle Entrate, ma restano due cose ben distinte.
Aderendo alla consultazione, infatti, si gode della messa a disposizione delle fatture elettroniche da parte dell’Agenzia delle Entrate. Ciò vuol dire che mantengo la possibilità di visionare tutti i contenuti rilevanti delle fatture – emesse e ricevute – e posso anche scaricarne il relativo file .xml o la c.d. copia di cortesia in formato .pdf.
Il servizio di conservazione, obbligatorio a prescindere dal fornitore a cui si decide di ricorrere, è un protocollo informatico che serve a garantire l’autenticità e l’immutabilità del c.d. originale digitale di ogni singola fattura. Si tratta dunque di un passaggio che costituisce il fondamento della corretta tenuta della contabilità dal momento in cui questa non ha più la tradizionale forma cartacea.
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Conservazione fatture elettroniche: le regole dell’adesione
L’adesione al servizio di conservazione – che, ribadiamo nuovamente, è cosa totalmente diversa dal servizio di consultazione – si può effettuare tramite il portale Fatture e Corrispettivi, presente nel profilo Fisconline di ogni contribuente.
Ma entro quando va effettuata? Le norme vigenti prevedono che la conservazione delle fatture attive e passive vada fatta entro 90 giorni dal termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di riferimento. Pertanto, le fatture 2019 andavano conservate entro 90 giorni dal 10 dicembre 2020, cioè entro il 10 marzo 2021.
La conservazione delle fatture risulta automatica per i documenti successivi alla data di adesione, mentre va effettuata manualmente (con apposito caricamento per singola fattura o tramite file .zip contenenti un massimo di 10 documenti) per le fatture precedenti al momento dell’adesione. Aderendo il 10 marzo 2021, ad esempio, è evidente che tutte le fatture 2019 (attive e passive) debbano essere caricate manualmente.
Tantissimi, purtroppo, hanno compreso questo meccanismo con enorme ritardo. Le tantissime richieste di termini più ampi, ma anche diffusi malfunzionamenti della piattaforma, hanno indotto il MEF a concedere la tanto agognata proroga.
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Proroga conservazione fatture elettroniche 2019: il Comunicato del MEF
Il Comunicato stampa n. 49 del 13.03.2020 del MEF prevede alcune novità che saranno introdotte nel Decreto Sostegni. In particolare, si annuncia che “la prima misura consentirà agli operatori di avere tre mesi in più per portare in conservazione le fatture elettroniche del 2019. La proroga in via di definizione tiene conto del fatto che l’adempimento in oggetto costituisce una novità nel panorama delle scadenze tributarie, in quanto l’obbligo di fatturazione elettronica nelle operazioni tra privati è stato introdotto a decorrere dalle operazioni effettuate il 1° gennaio 2019, per cui è la prima volta che occorre procedere alla conservazione sostitutiva delle fatture elettroniche emesse e ricevute nel periodo d’imposta”.
Una evidente presa di coscienza da parte dell’Amministrazione Finanziaria. Al tempo stesso, però, un’ultima chiamata alla responsabilità per tutti gli operatori economici e per i relativi consulenti. Il nuovo termine, in base a quanto annunciato dal Comunicato, sarà il 10 giugno 2021. Si parla infatti di “tre mesi in più”. Il Decreto Sostegni potrà (e dovrebbe) confermare questa nuova deadline.
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