Come prepararsi alla corretta gestione dell’invio del Modello Redditi 2023? Ecco alcuni fra gli errori più comuni e gli accorgimenti utili per evitare spiacevoli sorprese.
Il 30 novembre si avvicina a grandi passi e porta con sé la scadenza per la trasmissione del Modello Redditi 2023. Si tratta di una fase preparatoria in cui l’attenzione è posta principalmente sui dati di carattere prettamente informativo o statistico, previsti dalle norme e dalle istruzioni di compilazione. Se il corretto inserimento di redditi, compensi, detrazioni ecc. è già avvenuto entro il 30 giugno o poco oltre – al fine di procedere con i versamenti di imposte e contributi -, bisogna effettuare gli ultimi controlli formali per effettuare l’invio del Modello Redditi 2023 in totale serenità.
Proprio in quest’ottica, andiamo dunque a vedere quali sono alcuni tra gli errori più frequenti (che possono comportare lo scarto della trasmissione) e quali sono gli strumenti a disposizione dei professionisti per evitare spiacevoli sorprese.
Leggi di più: Dichiarazione dei redditi 2023: come fare per consultarla
Controlli Modello Redditi 2023: gli errori più comuni
Proviamo a riepilogare insieme alcuni fra gli errori più frequenti che possono essere compiuti in vista della trasmissione del Modello Redditi 2023.
Corretta compilazione dei quadri “quantitativi”
Naturalmente la base di tutti i controlli che possono essere effettuati sul Modello Redditi 2023 riguarda l’analisi dei quadri “quantitativi”, vale a dire quei quadri della dichiarazione che determinano il risultato delle imposte e/o dei contributi da versare. Pensiamo ad esempio al quadro RE (per la libera professione), al quadro RG (per le imprese in contabilità semplificata), al quadro LM (professionisti e imprese in regime forfettario o dei minimi), al quadro RR (calcolo dei contributi INPS per Artigiani, Commercianti e iscritti alla Gestione Separata), al quadro RB (redditi da fabbricati, ad esempio per canoni di locazione), ma anche al quadro RN (che determina il calcolo dell’IRPEF).
Un errore in uno di questi quadri può apparire meno problematico, in quanto difficilmente determina lo scarto della dichiarazione trasmessa. Tuttavia, proprio per questo motivo, risulta più subdolo e pericoloso.
Se l’errore viene rilevato in autonomia da chi effettua l’invio, sarà possibile porre rimedio. Ciò infatti potrebbe voler dire ravvedere le imposte (ma non i contributi) ed inviare una correttiva o una integrativa (a seconda dei momenti).
Se, però, l’errore non viene rilevato in autonomia, la fornitura potrebbe essere accettata dal sistema telematico e comportare successive contestazioni dall’Agenzia delle Entrate.
Compilazione del frontespizio
Il frontespizio rischia spesso di essere “sottovalutato” in fase di compilazione del Modello Redditi. Niente di più sbagliato. Già, perché alcuni elementi del frontespizio sono a dir poco vitali per la buona riuscita dell’invio telematico. Solo per elencare – in modo non esaustivo – qualche esempio, bisogna debitamente compilare:
- codice fiscale dell’intermediario incaricato;
- data dell’impegno alla trasmissione;
- indicazione del soggetto che ha predisposto la dichiarazione (il contribuente o il professionista incaricato).
Dati e informazioni nel Quadro RS
Il caso classico del quadro la cui compilazione è rimandata dopo il calcolo delle imposte (spesso a giusta ragione, dato che ormai l’incertezza regna sovrana…) è il quadro RS. Si tratta di un quadro di natura meramente informativa, che non ha effetti sul calcolo di imposte e contributi, ma che richiede comunque informazioni obbligatorie.
La compilazione di questo quadro è delicata in diversi passaggi. Pensiamo ad esempio al rigo RS1 (dove indicare il quadro di riferimento in caso di compilazione dei quadri RA o LM), al rigo RS140 (dove obbligatoriamente bisogna indicare se vi è stata o meno la conservazione, con modalità elettroniche, di almeno un documento rilevante ai fini tributari) o i righi RS401 e RS402 (relativi agli Aiuti di Stato, mai di attualità come in questo momento).
Sempre restando sul quadro RS, sono recentemente balzati agli onori delle cronache i righi:
- da RS375 a RS378 (per chi esercita attività di impresa in forma individuale;
- RS381 (per chi esercita attività professionale).
Alla relativa compilazione sono interessati i titolari di Partita IVA che nell’anno di riferimento (2022, per il Modello Redditi 2023) hanno adottato il Regime Forfettario. Si tratta di righi dedicati all’indicazione di alcune tipologie di spese eventualmente sostenute (utenze, carburanti, leasing, materie prime ecc). Indicazione sottovalutata da alcuni negli scorsi anni, ma su cui l’Agenzia delle Entrate ha fatto ben comprendere di riporre particolare attenzione.
Leggi di più: Attività occasionali nella dichiarazione 2023: come indicarle
L’importanza dei software di controllo
Gli esempi proposti, naturalmente, non sono esaustivi. Sarebbe d’altra parte impossibile pensare di riassumere in breve tempo tutti gli errori – anche meramente formali – che possono rendere problematica la fase di trasmissione del dichiarativo.
Basti pensare che il Modello Redditi Persone Fisiche ha ben 383 pagine (!) di istruzioni, suddivise in 3 fascicoli (anche quest’anno, come da tradizione, in aumento rispetto alle “sole” 369 dell’anno precedente). Questo ci dà l’idea di quanto possa essere complesso un dichiarativo del genere e di quante insidie si nascondano al suo interno. Il tutto in barba alla “semplificazione” e “basta un click“.
Ecco perché, come è buona norma negli studi professionali, per una serena gestione della trasmissione dei dichiarativi, è importante dotarsi di uno specifico software con controllo automatico sui vari tipi di modelli.
Leggi di più: Dichiarazione dei Redditi 2023 in Regime Forfettario