Sei un ingegnere o un architetto iscritto ad Inarcassa ed intendi iniziare un rapporto di lavoro dipendente? In questo caso devi prestare attenzione a particolari regole da seguire per essere in regola con gli obblighi previdenziali. Ecco per te una semplice guida.
Sono tanti i professionisti alla costante ricerca di opportunità che possano migliorare la propria posizione lavorativa. Per questo motivo capita a molti iscritti ad Inarcassa di accettare il passaggio al lavoro dipendente. Non tutti, però, si preoccupano di rispettare le particolari previsioni relative a questa casistica. Sottovalutare questo passaggio può comportare banali errori, oltre a versamenti previdenziali non dovuti. Analizziamo dunque il corretto inquadramento previdenziale di Ingegneri ed Architetti lavoratori dipendenti che esercitano contestualmente la libera professione.
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Quando scatta l’obbligo di iscrizione ad Inarcassa?
Sono obbligati ad iscriversi ad Inarcassa gli Ingegneri e gli Architetti che:
- si iscrivono al proprio al Albo professionale;
- non hanno altra copertura previdenziale obbligatoria;
- sono in possesso di partita Iva individuale o, in alternativa, partecipano ad un’associazione tra professionisti o ad una società tra professionisti.
Chiaramente, l’obbligo di iscrizione viene meno in mancanza di uno dei requisiti elencati. Di conseguenza, a seguito di assunzione quale lavoratore dipendente, non ricorre il requisito dell’assenza di altra copertura obbligatoria. Ogni lavoratore dipendente è infatti obbligatoriamente iscritto ad una delle gestioni Inps riservate ai dipendenti.
Inarcassa e lavoro dipendente: gli adempimenti da porre in essere
La cancellazione da Inarcassa
Se viene meno l’obbligo di iscrizione, può il professionista che continua ad esercitare la libera professione essere ancora iscritto ad Inarcassa? La risposta è negativa. La Cassa di previdenza è chiara nell’affermare che quando il professionista intraprende parallelamente all’attività professionale anche una attività di lavoro dipendente o assimilata, deve cancellarsi dai ruoli previdenziali di Inarcassa.
Quando il rapporto di lavoro dipendente ha durata inferiore all’anno, bisogna comunque richiedere l’esclusione dai ruoli Inarcassa per il corrispondente periodo. Sarà la Cassa a procedere ai calcoli per rideterminare la contribuzione soggettiva dovuta sul reddito professionale frazionato in relazione al periodo di effettiva iscrizione.
In ogni caso, che si proceda alla cancellazione o all’esclusione temporanea, bisogna inviare il modulo di cancellazione tramite l’area riservata su Inarcassa On Line. In essa va indicata la data di inizio del nuovo rapporto assicurativo (ossia di iscrizione all’Inps). Un uguale adempimento deve essere posto in essere anche nel caso in cui si opti per la chiusura della partita Iva. In caso, invece, di dimissioni dall’Ordine professionale, sarà Inarcassa a procedere alla cancellazione d’ufficio.
N.B.: il professionista assunto come dipendente deve informare il suo datore di lavoro del possesso della partita Iva. Alcuni contratti di lavoro dipendente, infatti, possono prevedere l’incompatibilità con l’esercizio della libera professione, con la conseguente necessità di chiudere la partita Iva.
L’iscrizione alla Gestione Separata Inps
L’Ingegnere o l’Architetto assunto come dipendente deve dunque cancellarsi da Inarcassa. Ma se intende continuare ad esercitare contestualmente la libera professione egli deve conservare il proprio numero di partita Iva e procedere all’iscrizione alla Gestione Separata Inps. Per conoscere gli importi dovuti alla Gestione Separata e le scadenze per il versamento consulta l’articolo dedicato.
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Gli obblighi nei confronti di Inarcassa: contributo integrativo e comunicazione annuale
Sebbene il libero professionista che esercita la propria attività professionale contestualmente al lavoro dipendente non debba essere iscritto ad Inarcassa, egli deve ancora rispettare degli obblighi nei confronti della Cassa di previdenza.
Il primo di questi obblighi è l’applicazione del contributo integrativo sulle fatture emesse nell’esercizio della libera professione. I compensi riscossi devono dunque essere maggiorati del 4%. I contributi integrativi incassati vanno poi versati ad Inarcassa entro il 31 agosto dell’anno successivo (31 agosto 2021 per contributi incassati nel 2020).
L’altro obbligo a cui sono tenuti i professionisti titolari di partita Iva, seppur non iscritti ad Inarcassa, è la Comunicazione Annuale Obbligatoria dei redditi professionali e del volume d’affari prodotti. La comunicazione deve essere effettuata entro il 31 ottobre dell’anno successivo a quello in cui i redditi sono prodotti. La compilazione avviene anche in questo caso accedendo ad Inarcassa On Line.
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