Industria 4.0, consigli pratici per prevenire contestazioni

di Francesca Maria Toffanetti
Industria 4.0

In tanti hanno beneficiato dei crediti d’imposta Industria 4.0. Ma in quanti hanno rispettato tutto ciò che è previsto dalla normativa? Prevenire è meglio che curare. Ecco dunque una semplice guida agli aspetti a cui prestare attenzione per non farsi trovare impreparati in caso di verifiche

Un professionista che si occupa di contenzioso tributario ha solitamente il compito di difendere i contribuenti dalle contestazioni già sollevate. Capita sempre più spesso, però, di intervenire in prevenzione, ossia di essere incaricati da aziende per effettuare verifiche preventive della situazione e per esaminare la documentazione da produrre in caso di controllo. A volte significa semplicemente avere l’attenzione a conservare tutte le tracce delle operazioni compiute, ovvero a documentare correttamente le operazioni da compiere. Periodicamente il legislatore introduce degli strumenti agevolativi per le imprese, per incentivare il rinnovo degli impianti e dei macchinari. Si tratta in genere di contributi in conto capitale, finanziamenti agevolati, garanzie o contributi in conto interessi. Tra essi rientra il “Nuovo piano transizione 4.0” (c.d. Industria 4.0), introdotto con la Legge n.178 del 30/12/2020.

Anche misure di questo tipo richiedono controlli preventivi, come evidenziato in precedenza. Analizziamo un caso pratico per evidenziare tale esigenza, per poi fornire una serie di spunti per non farsi trovare impreparati.

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Un banale errore commesso da un beneficiario dell’incentivo

Le imprese hanno accolto con grande entusiasmo questi provvedimenti e molti li hanno utilizzati, agendo direttamente, oppure tramite apposite società di consulenza o i loro commercialisti.

Ma siamo certi che gli adempimenti necessari siano stati fatti e che i requisiti siano rimasti quelli iniziali? Come è avvenuto per il credito “Ricerca e Sviluppo”, anche per tutte queste agevolazioni arriveranno i controlli dell’Amministrazione finanziaria.

Nella pratica professionale mi è capitato di porre in essere un controllo preventivo relativo all’agevolazione 4.0. Da un primo controllo sommario è risultato che l’amministrazione dell’azienda avesse fatto tutto correttamente. La documentazione e le tempistiche erano impeccabili. Ma una volta andati in officina è emerso che il macchinario era gestito manualmente dagli addetti. Il pc, e con sé ogni connessione, era scomparso. Questo ovviamente all’insaputa dell’imprenditore. Si può ritenere ancora un investimento 4.0?

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Industria 4.0: alcuni spunti per difendersi in caso di verifiche

Senza voler ripercorrere tutta la normativa in materia di “Industria 4.0”, ecco qualche spunto per difendersi in caso di verifiche. Facciamo quindi un rapido riepilogo di alcuni interrogativi da porsi.

  • Innanzitutto, per quanto banale, l’interconnessione esiste ancora?
  • Il bene oggetto dell’agevolazione, è ancora in azienda? In caso contrario, sono stati rispettati i limiti temporali per la dismissione del bene?
  • Nel caso di bene specifico, sono state rispettate le disposizioni in materia di investimenti sostitutivi?
  • In caso di delocalizzazione, sono stati trasferiti all’estero, beni per cui si è fruito dell’agevolazione? (Si tratta di un’ipotesi oggi forse remota, ma ricordiamoci che uno dei requisiti è la localizzazione dei beni nel territorio italiano).
  • Con la Legge di Bilancio 2020 l’agevolazione da un “iper-ammortamento” dei beni 4.0 si è trasformata in un credito di imposta: in presenza di più investimenti di questo genere è stata correttamente ripartita tra i due diversi regimi?
  • Per i beni di valore superiore alla soglia di legge, esiste una perizia tecnica asseverata (o semplice per la precedente normativa), ovviamente con data certa e redatta da un tecnico indipendente?
  • Per i beni inferiori alla soglia, esiste materialmente la dichiarazione del legale rappresentante, a cui sia stata attribuita una data certa?
  • Le fatture emesse dal fornitore, contengono l’indicazione della normativa di riferimento per l’agevolazione?
  • I pagamenti sono stati effettuati nei termini di legge, con l’indicazione della fattura di riferimento (acconto, saldo, ecc..)?
  • E’ stata conservata tutta la documentazione attestante l’operazione? Anche quella relativa ai contatti ed ai preventivi con il fornitore, i contratti di consulenza e, soprattutto, la documentazione tecnica degli impianti/beni agevolati?
  • In caso di interconnessione tardiva, sono stati effettuati tutti gli adempimenti – anche dichiarativi – per non perdere l’agevolazione?
  • Sono stati inseriti correttamente tutti gli elementi nelle dichiarazioni dei redditi dei periodi interessati dall’agevolazione?
 Industria 4.0

L’utilità del controllo preventivo

Non è una trattazione completa del problema, né una garanzia di assoluta incontestabilità dell’agevolazione. È però un modo per affrontare con una certa tranquillità le fasi di controllo: tanto più siamo in grado di dimostrare le nostre ragioni, tanto meno saremo “aggredibili” da possibili contestazioni.

Chi si occupa di contenzioso tributario si trova spesso ad affrontare delle contestazioni dell’Amministrazione Finanziaria senza avere gli strumenti per difendere il cliente. Perché? Perché, ricordiamolo sempre, il procedimento tributario si basa sui documenti disponibili e sugli eventuali controlli effettuati dalla Guardia di Finanza o dall’Agenzia delle Entrate.

In assoluta buona fede, gli imprenditori utilizzano le agevolazioni, ma non prestano particolare attenzione agli aspetti amministrativi e agli adempimenti: “Appena ho un momento ci penso”. Ma quel momento non arriva mai e ci si trova indifesi di fronte ad un accertamento.

Quindi è importante fare un controllo preventivo, preparare i fascicoli relativi ai diversi investimenti e, se necessario, valutare di presentare le dichiarazioni integrative.

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