IVA: la Guida completa fra principi, aliquote e adempimenti

di Michele Aquilino
iva

L’IVA è un’imposta che riguarda tantissime operazioni economiche. Se vuoi comprenderne il significato devi conoscere alcuni concetti importanti. Presupposti, aliquote, documenti: ecco per te la Guida completa all’Imposta sul Valore Aggiunto

IVA è l’acronimo di Imposta sul Valore Aggiunto. Questo tributo trova il suo fondamento nel diritto comunitario – infatti si tratta di un’imposta presente in ogni Stato membro dell’UE – ed è stato introdotto e disciplinato in Italia dal DPR 633/1972. Tecnicamente, l’IVA viene definita come un’imposta

  1. sui consumi
  2. plurifase
  3. a valore aggiunto

L’IVA è un’imposta sui consumi sulla base del suo presupposto oggettivo, di cui parleremo meglio più avanti. Si distingue in tal senso, infatti, dalle imposte sui redditi o dalle imposte patrimoniali che, appunto, colpiscono la produzione di un reddito o la proprietà di un bene. In questo caso invece si tassa l’acquisto di un bene o di un servizio, dunque un’attività di consumo.

Si definisce poi plurifase dal momento che l’imposta non si applica una sola volta (c.d. imposta monofase), bensì interessa tutte le operazioni che caratterizzano una filiera produttiva. Come vedremo, infatti, tutti gli attori della filiera, seppur in forma diversa, risultano soggetti passivi IVA.

L’IVA, infine, è un’imposta a valore aggiunto. Essa infatti colpisce in ogni fase solo il valore aggiunto dall’ultimo passaggio produttivo o commerciale (ossia il maggiore corrispettivo che l’operatore economico chiede al proprio cliente rispetto al prezzo che ha pagato al proprio fornitore), in virtù della propria neutralità. Si differenzia, in tal senso, dalle c.d. imposte a cascata, che invece colpiscono l’intero corrispettivo riconosciuto in ogni fase della filiera, e non solo il valore aggiunto. Un’imposta a cascata, tuttavia, avrebbe penalizzato maggiormente le filiere e le imprese meno integrate, ossia quelle che coinvolgono un maggior numero di operatori economici.

Leggi di più: Split Payment prorogato al 30 giugno 2023

I presupposti dell’imposta

L’esistenza dell’IVA si fonda su 3 presupposti. Ciò significa che essa è dovuta quando questi si verificano. In particolare distinguiamo fra presupposto:

  • oggettivo: deve trattarsi di un’operazione che rientra nel campo di applicazione IVA. In questo caso bisogna distinguere fra operazioni:
    • imponibili: cessioni di beni, prestazioni di servizi, acquisti intra-UE, importazioni (da Paesi extra-UE);
    • non imponibili;
    • esenti;
    • escluse (o “fuori campo IVA”);
  • soggettivo: sono soggetti passivi IVA gli imprenditori e i lavoratori autonomi;
  • territoriale: l’operazione deve essere effettuata sul territorio dello Stato (per quanto riguarda la residenza di almeno uno dei soggetti coinvolti nell’operazione).

A livello soggettivo, bisogna sottolineare come anche i consumatori finali siano soggetti passivi IVA, seppur in una forma diversa rispetto agli operatori economici. Ne vedremo fra poco la differenza. Ciò comporta delle differenze anche a livello documentale.

Per quanto riguarda la territorialità, invece, va evidenziato come esistano regole particolari circa gli scambi con altri Stati membri dell’UE (c.d. operazioni intra-UE) o con Stati extra-UE. Rileva in tal senso, e merita di essere approfondito, il concetto di reverse charge.

Leggi di più: Reverse Charge IVA: cos’è e come funziona

iva

I soggetti passivi IVA

In tema di soggetti passivi dell’imposta, come anticipato, è importante fare ulteriori considerazioni. Dobbiamo distinguere infatti fra soggetti passivi:

  • in senso tecnico;
  • in senso economico.

Sono soggetti passivi in senso tecnico quelli visti nel precedente paragrafo. Parliamo dunque di soggetti esercenti attività d’impresa, arti o professioni. Il loro status di soggetti passivi si caratterizza per:

  • principio di neutralità dell’imposta, che determina il reale versamento della sola imposta calcolata sul valore aggiunto (grazie al fatto che l’IVA pagata ai fornitori fa sorgere un credito nei confronti dello Stato, mentre l’IVA incassata dai clienti – normalmente maggiore, perché i corrispettivi di vendita dovrebbero tener conto del valore aggiunto dall’imprenditore/professionista – fa sorgere un debito nei confronti dello Stato);
  • documentazione dell’operazione tramite fattura e conseguenti adempimenti formali e sostanziali (v. ultimo paragrafo).

Sono soggetti passivi in senso economico i consumatori finali. Su di essi, infatti, grava per intero l’importo dell’imposta calcolata sull’ultimo step della filiera produttiva. I consumatori finali, che non operano in qualità di “Partite IVA”, non godono della detrazione dell’imposta, perciò l’imposta pagata sull’acquisto effettuato non determina un credito nei confronti dello Stato ma rimane a proprio carico. Le caratteristiche del loro status di soggetti passivi sono dunque:

  • assenza del principio di neutralità, per i motivi appena visti;
  • documentazione dell’operazione tramite documento commerciale (più noto come scontrino) se l’operazione avviene nell’ambito del commercio al dettaglio. In tutti gli altri casi il documento di riferimento rimane la fattura (si pensi ad esempio alla differenza fra un caffè al bar e una visita medica: documento commerciale nel primo caso, fattura nel secondo).

Leggi di più: Operazioni Intracomunitarie in Dichiarazione IVA 2020

Base imponibile e aliquote

Una volta inquadrato il tipo di prestazione sulla base dei 3 presupposti, ed accertata dunque l’applicabilità dell’imposta, è importante capire in che modo calcolarla. La base imponibile, per ogni imposta, rappresenta quel valore monetario su cui applicare l’aliquota per determinare l’importo dell’imposta.

Nell’IVA, che come abbiamo detto non colpisce un reddito o un patrimonio ma il consumo, la base imponibile è rappresentata dall’ammontare complessivo dei corrispettivi dovuti al cedente (dei beni) o al prestatore (dei servizi) in base alle condizioni contrattuali. Se manca un accordo contrattuale oppure il corrispettivo è in natura, si ricorre al concetto di valore normale.

Sulla base imponibile così determinata, si applicano le aliquote che consentono di calcolare il valore monetario dell’IVA. Attualmente in Italia, in base al tipo di operazione, possiamo trovare le seguenti aliquote:

  • 22%;
  • 10%;
  • 5%;
  • 4%.

Fra queste, l’aliquota ordinaria è quella del 22%. Le altre aliquote ridotte, che assumono dunque carattere di eccezione, si applicano ad operazioni individuate specificamente dalla Tabella A allegata al già citato DPR 633/1972.

Leggi di più: Aliquote IVA: le tabelle complete in vigore per il 2020

Adempimenti obbligatori ai fini IVA

Definito dunque il campo di applicazione dell’IVA e il calcolo dell’imposta, la normativa vigente prevede determinati adempimenti di carattere documentale. Ogni operazione, infatti, va opportunamente documentata e successivamente portata a conoscenza dell’Agenzia delle Entrate con specifiche modalità di comunicazione.

In sintesi, dunque, si riportano i passaggi a cui prestare attenzione per adempiere correttamente agli obblighi formali (e non solo):

  • emissione della fattura o di altro documento fiscale valido;
  • registrazione dell’operazione nei registri IVA;
  • liquidazione periodica (solitamente mensile o trimestrale, a seconda dei casi) dell’operazione con versamento del debito IVA del periodo di riferimento o rilevamento del credito IVA;
  • comunicazione IVA che segue la stessa periodicità della liquidazione appena vista;
  • dichiarazione annuale IVA che riepiloga tutte le operazioni rilevanti nell’anno di imposta e consente di conguagliare l’IVA a seguito dei versamenti periodici intermedi.

Leggi di più: Come si compila una fattura: tutti gli elementi essenziali

Ricorda che se vuoi aprire e gestire online la tua Partita Iva, non devi fare altro che candidarti sul nostro sito per trovare un Commercialista online dedicato ed esperto sul tuo caso!

Articoli Correlati