Pensioni 2023: adeguamento del +7,3%

di Antonella Salzarulo
pensioni 2023

Il Ministro delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha firmato il decreto per l’adeguamento delle pensioni all’inflazione. A partire da gennaio 2023 la rivalutazione è fissata al + 7,3% .

Lo scorso 9 novembre 2022, sul sito del ministero dell’Economia e delle Finanze, è stato annunciato che il ministro Giancarlo Giorgetti ha firmato il decreto che dispone un adeguamento del + 7,3% delle pensioni a partire dal 1 gennaio 2023. La rivalutazione deriva dalla variazione percentuale negli indici dei prezzi al consumo forniti dall’ISTAT il 3 novembre 2022. In realtà, con il decreto “aiuti bis” il Governo ha anticipato tale adeguamento già dallo scorso mese ai soggetti che percepiscono pensioni fino a 2692,32 euro mensili.

A questo punto si attendono le istruzioni da parte dell’INPS successivamente alla pubblicazione del suddetto decreto in Gazzetta Ufficiale, fermo restando che l’indice ISTAT preso in considerazione per la rivalutazione delle pensione a partire dal 2023 non è definitivo. Ciò potrebbe comportare un’ulteriore conguaglio qualora l’inflazione continuasse a salire.

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Rivalutazione pensioni 2023: riguarderà tutti?

Sul capitolo “spesa pensionistica“, il ministro ha sottolineato che nel periodo 2022-2025 la spesa avrà un incremento di oltre 50 miliardi (per effetto del meccanismo d’indicizzazione all’inflazione), con conseguente necessità di aumentare le pensioni in base ai dati ISTAT. In particolare le pensioni interessate dalla rivalutazione annuale sono quelle memorizzate nel Casellario centrale delle pensioni, comprese quelle non erogate dall’INPS. Restano escluse invece:

  • le prestazioni a carico:
    • delle assicurazioni facoltative;
    • del fondo clero ed ex ENPAO;
  • l’indennizzo per cessazione dell’attività commerciale;
  • le prestazioni a carattere assistenziale, come le indennità:
    • di accompagnamento;
    • per ciechi parziali;
    • per ciechi assoluti;
    • di comunicazione;
    • di frequenza e indennità di talassemia;
  • le pensioni che usufruiscono dei benefici previsti per le vittime di atti di terrorismo e delle stragi (che vengono rivalutate con criteri propri);
  • le prestazioni di accompagnamento a pensione come ape sociale e assegni dei fondi bilaterali;
  • pensioni di vecchiaia in cumulo a formazione progressiva, per le quali non siano stati utilizzati tutti i periodi assicurativi accreditati.

Importo aumenti per scaglioni

Inoltre, si fa presente che la rivalutazione della pensione viene attribuita sul cosiddetto cumulo perequativo. Ciò vuol dire che vengono considerate come un unico trattamento tutte le pensioni di cui il soggetto è titolare.

Il meccanismo utilizzato è quello previsto dalla Legge 448 del 1998, ovvero nella misura del:

100% per le fasce di importo dei trattamenti pensionistici fino a quattro volte il trattamento minimo INPS
90% per le fasce di importo dei trattamenti pensionistici comprese tra quattro e cinque volte il trattamento minimo INPS
75% per le fasce di importo dei trattamenti pensionistici superiori a cinque volte il trattamento minimo

Per fare degli esempi:

  • i soggetti che percepiscono pensione minima avranno un aumento di 38 euro;
  • l’aumento sarà di 75 euro mensili netti in più, per le pensioni da 1000 euro;
  • per le pensioni da 2000 euro, l’aumento sarà di 100 euro in più al mese;
  • 111 euro in più, per le pensioni da 2500 euro lordi;
  • un soggetto che percepisce una pensione di 4000 euro mensili, otterrà un aumento di 150 euro.

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