Recovery Fund, segnali forti dal Parlamento Europeo

di Michele Aquilino
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Passaggio molto importante oggi al Parlamento Europeo. Da Strasburgo l’ok alla risoluzione che aumenta la centralità del Recovery Fund nel piano di aiuti agli Stati Membri. Ma bisogna fare in fretta: prossimo appuntamento il 27 maggio

Continua a ritmo serrato il confronto europeo per sostenere gli Stati membri. Il Coronavirus ha letteralmente piegato le varie economie nazionali. Proprio nei giorni in cui il dibattito italiano si concentra sui 55 miliardi messi sul piatto con il Decreto Rilancio, infatti, non si fermano i negoziati europei per ottenere ulteriore liquidità. Già, ma a che prezzo? Il Governo Conte non ha mai nascosto la propria preferenza per il Recovery Fund. La partita politica si gioca soprattutto sull’aggiramento delle condizionalità imposte dal MES nella sua formulazione classica. Proviamo a comprendere meglio il senso del passaggio odierno.

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Cos’è il Recovery Fund?

In origine fu lo scontro fra MES ed Eurobond. Fra schermaglie social e fake news, che hanno caratterizzato il fronte interno, via via ha cominciato a farsi strada l’ipotesi di un terzo strumento imponente: il Recovery Fund. Ma di cosa si tratta? Fondamentalmente una enorme linea di credito a condizioni fortemente agevolate.

Scordiamoci la condizionalità del MES. Non si parla di tagli alla spesa pubblica, aumento del gettito fiscale, privatizzazione dei servizi. L’operazione resterà a carattere sostanzialmente finanziario, senza particolari implicazioni di altra natura. Di fatto la liquidità sarà raccolta sui mercati a livello centrale europeo. I fondi poi saranno messi a disposizione degli Stati membri sotto due forme:

  • una linea di credito a lunghissima scadenza, con tassi particolarmente agevolati rispetto a quelli che, ad esempio, proprio l’Italia otterebbe piazzando direttamente sul mercato i propri Btp;
  • una parte di finanziamenti a fondo perduto, dunque senza alcun obbligo di restituzione.

È facile dunque capire il motivo per cui il Recovery Fund è ormai da tempo un elemento centrale della strategia italiana, su cui il Governo si è sempre detto non disposto a trattare. Mai come in questo momento sarebbe vitale ricorrere a uno strumento che consenta una simile flessibilità.

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Ok alla nuova risoluzione, prossimo appuntamento il 27 maggio

Quello di oggi è stato un passaggio particolarmente importante. Il Parlamento Europeo, infatti, ha approvato la risoluzione che dà nuovo slancio al Recovery Fund. Strasburgo ha di fatto ribadito che il Recovery Fund dovrà essere preponderante nel pacchetto di aiuti europei verso gli Stati membri. In un piano senza precedenti, che potrebbe valere anche oltre 2000 miliardi, il Recovery Fund potrebbe essere approvato con un valore di circa la metà dell’intero pacchetto. L’apporto risulterebbe dunque prevalente rispetto agli altri strumenti che sembrano destinati ad entrare nel piano complessivo: MES, SURE, BEI, senza escludere un ulteriore intervento in prima linea della BCE.

La votazione odierna, dunque, mette nuovamente alle corde i Paesi del Nord. Sul fronte politico interno, invece, si registra l’astensione di Lega e Fratelli d’Italia (era praticamente impensabile votare contro una risoluzione così favorevole all’Italia). Voto favorevole delle forze di Governo e di Forza Italia. Il Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, ha espresso tutta la sua soddisfazione per il passaggio di oggi. L’approvazione della nuova risoluzione dà nuova credibilità al concetto di solidarietà europea. “Si tratta di un messaggio potente alle istituzioni e ai Governi – ha affermato Sassoli -, che chiede a Consiglio e Commissione un piano di ripresa rapido e risorse immediate”.

Proprio i tempi restano forse il nodo più cruciale. Il premier Conte ha espresso più volte il desiderio di chiudere la partita entro il 2020. I negoziati però non sono semplici, e tecnicamente risulta complesso gestire un’operazione senza precedenti che varrà oltre 2000 miliardi. Il prossimo appuntamento da segnare sul calendario è il 27 maggio: in quella data Ursula von der Leyen dovrebbe presentare una proposta per il piano di ricostruzione e il nuovo progetto di bilancio 2021-2027.

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