Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto che sposta a gennaio 2024 la scadenza per il versamento del secondo acconto Irpef 2023. Possibile, inoltre, il pagamento in 5 rate mensili. Scopri quali sono i soggetti interessati e le condizioni di accesso alla proroga
Più tempo per versare il secondo acconto Irpef 2023. Il decreto legge n. 145 del 18 ottobre 2023 proroga infatti al 16 gennaio 2024 la scadenza di versamento del secondo acconto Irpef dovuto per l’anno d’imposta 2023. Inoltre, il decreto porta con sé un’altra interessante novità. Il secondo acconto potrà essere rateizzato fino a 5 rate mensili. Le misure, tuttavia, non interessano chiunque, ma una categoria ben definita di contribuenti. Scopriamo dunque i dettagli di queste misure straordinarie.
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Secondo acconto Irpef 2023: la proroga al 16 gennaio 2024
Come noto, la scadenza di versamento del secondo acconto Irpef è normalmente fissata al 30 novembre. La stessa scadenza interessa l’unico acconto Irpef, laddove l’importo totale degli acconti dovuti nell’anno sia inferiore ad euro 257,52. Eccezionalmente per l’anno d’imposta 2023, il D.L. 145/2023 proroga al 16 gennaio 2024 la scadenza di versamento della seconda rata di acconto dovuto in base alla dichiarazione dei redditi.
Il decreto chiarisce che la proroga interessa soltanto l’imposta e non altri versamenti. Restano ferme dunque le scadenze di versamento relative a contributi previdenziali e assistenziali e ai premi assicurativi Inail.
La proroga non è generalizzata ma interessa una platea ben definita di contribuenti. Possono infatti beneficiare dello spostamento al 16 gennaio 2024 le persone fisiche titolari di partita Iva che nel periodo d’imposta precedente hanno dichiarato ricavi o compensi di ammontare non superiore a 170.000,00 euro. Il periodo d’imposta di riferimento è dunque il 2022. Il dato va quindi verificato in relazione a quanto dichiarato nel Modello Redditi PF 2023.
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Rateizzazione del secondo acconto Irpef in 5 rate mensili
Un’altra importante novità è l’opportunità di rateizzare l’importo dovuto a titolo di secondo acconto Irpef 2023 in 5 rate mensili. Anche in questo caso, la prima scadenza di versamento è fissata al 16 gennaio 2024. Le successive sono poi fissate al 16 di ogni mese, nel dettaglio:
- 1^ rata il 16 gennaio 2024;
- 2^ rata il 16 febbraio 2024;
- 3^ rata il 18 marzo 2024 (il 16 marzo è sabato);
- 4^ rata il 16 aprile 2024;
- 5^ rata il 16 maggio 2024.
Sulle rate successive alla prima sono dovuti gli interessi di cui all’articolo 20, comma 2, del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241 (4% su base annua), come già di consueto avviene con la rateizzazione del primo acconto Irpef.
L’obiettivo dichiarato della misura, per ora prevista per il solo 2023, è distribuire nell’arco dell’anno i versamenti dovuti per le imposte sui redditi.
Le aliquote 2023 e le novità previste per il 2024
Restando in tema di Irpef, un cenno lo merita una importante novità annunciata dal Governo in relazione alla Legge di Bilancio 2024. Ma prima occorre fare un breve cenno sul funzionamento dell’Irpef per l’anno 2023. L’imposta sui redditi delle persone fisiche colpisce in modo progressivo i redditi prodotti. Ciò in virtù di un sistema di scaglioni e aliquote per cui le fasce di reddito più alte scontano un’aliquota più alta. Di seguito scaglioni e aliquote in vigore per l’anno d’imposta 2023:
- 23% fino a 15.000 euro;
- 25% fra 15.001 euro e 28.000 euro;
- 35% fra 28.001 euro e 50.000 euro;
- 43% oltre i 50.000 euro.
Negli scorsi giorni il Governo ha presentato in conferenza stampa il contenuto della Legge di Bilancio 2024 approvato dal Consiglio dei Ministri, che passerà poi al vaglio del Parlamento. Tra le principali misure previste vi è la riduzione delle aliquote Irpef da 4 a 3, con un sostanziale accorpamento tra primo e secondo scaglione. Nello specifico, anche sui redditi compresi tra i 15.001 euro e i 28.000 euro sarà applicata l’aliquota del 23%. Ecco quindi di seguito quello che, salvo modifiche nell’iter parlamentare, sarà il quadro delle aliquote Irpef per l’anno d’imposta 2024:
- 23% fino a 28.000 euro;
- 35% fra 28.001 euro e 50.000 euro;
- 43% oltre i 50.000 euro.
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