Da lunedì 18 maggio viene meno qualsiasi tipo di limitazione agli spostamenti all’interno della regione. Autocertificazione necessaria solo per spostamenti fuori regione, anche’essi liberi a partire dal 3 giugno. Riaprono tutte le attività economiche, produttive e sociali, ma solo nel rispetto di protocolli e linee guida. Sanzioni da 400 a 3000 euro per i trasgressori.
Il Consiglio dei Ministri conclusosi alle ore 1:20 di sabato 16 maggio porta buone notizie per tutti gli italiani. Il rallentamento dei contagi registrato negli ultimi giorni ha convinto il Governo a concedere la piena libertà per gli spostamenti all’interno della stessa regione a partire da lunedì 18 maggio. Ancora limitazioni per le persone sottoposte a quarantena e per gli spostamenti fuori regione. Dal 18 maggio riaprono inoltre tutte le attività economiche, produttive e sociali. In questo senso la Conferenza delle Regioni e delle province autonome ha elaborato delle linee di indirizzo per la riapertura. Il mancato rispetto di decreti e ordinanze può costare dai 400 ai 3000 euro. Analizziamo quindi nel dettaglio le regole in vigore dal 18 maggio.
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Spostamenti all’interno della Regione: stop a limitazioni e autocerficazione
A partire dal 18 maggio 2020, gli spostamenti delle persone all’interno del territorio della stessa regione non saranno soggetti ad alcuna limitazione. In virtù di questo viene meno anche l’obbligo dell’autocertificazione. Possibile quindi ogni tipo di spostamento interno alla regione, anche per visitare amici o per raggiungere le seconde case. Restano vietati gli assembramenti di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico.
Confermato il divieto di muoversi dalla propria abitazione o dimora per le persone sottoposte a quarantena per provvedimento dell’autorità sanitaria, in quanto risultate positive al virus Covid-19. Il tutto fino all’accertamento della guarigione.
Le singole regioni possono introdurre maggiori restrizioni a seguito di un aumento del numero dei contagi. Le regioni sono infatti obbligate a monitorare quotidianamente la situazione dei contagi, per poi comunicare i dati al Ministero della Salute, all’Istituto Superiore di Sanità e al Comitato tecnico-scientifico.
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Spostamenti fuori Regione: riapertura dal 3 giugno
Per il momento restano vietati gli spostamenti da una regione all’altra, se non per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza o per motivi di salute. In questi casi è dunque ancora necessaria l’autocertificazione. È in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.
Prevista per il 3 giugno la riapertura degli spostamenti al di fuori della regione, fatta salva la possibilità di adottare provvedimenti specifici per limitare gli spostamenti nelle aree a maggior rischio.
Sempre dal 3 giugno riprendono gli spostamenti da e per l’estero. Anche in questo caso potranno essere adottate specifiche limitazioni in base all’andamento dei contagi. Saranno comunque consentiti gli spostamenti tra la Città del Vaticano o la Repubblica di San Marino e le regioni confinanti.
Ripartono le attività economiche e le cerimonie religiose
A partire dal 18 maggio riaprono anche bar, ristoranti, parrucchieri, estetisti, piscine e palestre. La riduzione dei contagi ha infatti spinto il Governo ad anticipare le riaperture, inizialmente programmate per il 1° giugno. Una buona notizia per tanti imprenditori costretti a chiudere a causa dell’emergenza. La riapertura sarà però possibile solo nel rispetto delle Linee di indirizzo elaborate dalla Conferenza delle Regioni e delle province autonome. Previste misure specifiche per le diverse attività. Il mancato rispetto può comportare la sospensione dell’attività economica o produttiva fino al ripristino delle condizioni di sicurezza.
Ripartono dal 18 maggio anche le funzioni religiose con la partecipazione di persone. Il loro svolgimento è condizionato al rispetto dei protocolli sottoscritti dal Governo e dalle rispettive confessioni, contenenti le misure idonee a prevenire il rischio di contagio.
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Sanzioni in caso di violazione
Le violazioni delle disposizioni del decreto, o dei decreti e delle ordinanze emanati per darne attuazione, sono punite con una sanzione amministrativa da 400 a 3.000 euro, aumentata fino a un terzo se la violazione avviene mediante l’utilizzo di un veicolo. Alle violazioni commesse nell’esercizio di un’attività di impresa, si applica la sanzione amministrativa accessoria della chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni. In caso di reiterata violazione, la sanzione amministrativa è raddoppiata e quella accessoria è applicata nella misura massima.
Scarica il nuovo modulo per l’autocertificazione
Ecco il modello editabile di autodichiarazione valido dal 18 maggio per gli spostamenti fuori Regione
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